

"Noi siamo tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all'estremo; perplessi,
ma non disperati" (II Corinzi 4:8)
Correva l'anno 1870, Horatio Spafford era un
avvocato di successo ed un insegnante di
giurisprudenza che viveva nella grande città di
Chicago. Era un intimo amico del grande
evangelista Dwight L. Moody.
La città di Chicago era in forte espansione, le
attività industriali erano fiorenti e lo sviluppo
sociale era sempre in maggiore aumento.
Proprio quello stesso anno egli investì la quasi
totalità delle proprie risorse finanziarie in beni
immobiliari, ma, l'anno successivo, il grande
incendio dell'ottobre 1871 che distrusse quasi
interamente la città, ridusse a niente ogni suo
possedimento.
Questo si rivelò un durissimo colpo per la già
severamente provata famiglia Stafford. Infatti,
poco prima dell'incendio era morto il loro figlio
maschio.
Horatio Spafford e sua moglie: "…tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all'estremo,perplessi
ma non disperati" (II Corinzi 4:8), decisero di aiutare senza tregua, per giorni e giorni, le famiglie
dei sopravvissuti all'incendio e lo fecero con dedizione e costanza.
Dopo questi momenti di grande prova, Spafford decise allora di fare una pausa e recarsi in
Inghilterra con sua moglie Anna e le quattro figlie. Durante la loro permanenza in Gran Bretagna
speravano di potere collaborare con D. L. Moody ed Ira Sankey nelle campagne evangelistiche che
avrebbero avuto luogo in quella nazione.
Perciò, nel 1873 acquistarono il biglietto per la nave S.S. Ville Du Havre, ma un impegno
dell'ultimo momento rese impossibile la partenza di Horatio. Il resto della famiglia s'imbarcò e lui
li avrebbe raggiunti qualche tempo dopo.
Durante la traversata oceanica, la S.S. Ville Du Havre affondò in dodici minuti a causa di una
collisione con la nave inglese Lochearn.
Dopo diversi giorni i sopravvissuti raggiunsero la città di Cardiff, Galles, da dove Anna Spafford
inviò un cablo-
gramma al marito con le parole "Unica Salvata".
Le quattro figlie persero la vita insieme ad altri
duecento passeggeri.
Mentre Horatio Spafford attraversava, a sua volta
l'oceano per raggiungere la moglie, là nel mezzo
del mare e affranto dal dolore, scrisse le
memorabili parole dell'Inno "It Is Well With My
Soul" (reso in italiano con Se Pace Qual Fiume –
Inni di lode n. 186 – tradotto da F. Toppi). Sono
parole che parlano della redenzione, della pace
divina e della speranza eterna che abitano il cuore
di ogni vero credente.
Una volta giunto in Gran Bretagna, egli raggiunse
Moody e Sankey i quali stavano svolgendo delle
riunioni di evangelizzazione in Scozia.
Nel 1876, Philip P. Bliss, compositore cristiano molto impegnato nelle campagne evangelistiche,
musicò quelle bellissime parole con un'altrettanta solenne melodia che richiama alla mente
dell'ascoltatore il suono gentile delle onde e il rumore delle acque dell'oceano. Bliss, non soltanto
scrisse la musica, ma fu il primo a cantare quell'inno nella Farwel Hall di Chicago. Circa un mese
dopo, Bliss e sua moglie lasciarono i due figli da sua madre e presero il treno per la città di
Buffalo, nello stato di New York.
Presto fecero ritorno a Chicago per partecipare
a delle nuove campagne evangelistiche. Mentre
il treno si avvicinava alla città di Ashtabula,
Ohio, un ponte cedette sotto il peso del
convoglio che cadde nel sottostante fiume
ghiacciato.
Molti furono trascinati via dalla corrente gelata,
altri morirono tra le fiamme. Dei 160
passeggeri, soltanto 14 sopravvissero. I corpi di
Philip Bliss e sua moglie non furono mai
trovati. Qualche anno dopo, nel 1881, Horatio,
sua moglie Anna ed altre due bambine avute
dopo il naufragio, si trasferirono a
Gerusalemme dove formarono un gruppo di
credenti di fede evangelica insieme ad altri
credenti della Svezia conosciuti a Chicago.
Questa colonia di credenti ispirò la scrittrice svedese Selma Lagerlof a scrivere il libro Jerusalem
che vinse il premio nobel per la letteratura. Horatio Spafford raggiunse la gloria il 16 ottobre 1888.
Le parole del suo unico inno sono ancora di ispirazione per quanti attraversano l'oceano del dolore
a causa delle sofferenze terrene che spesso affliggono anche i credenti più consacrati. Giorgio
Botturi