

intossicato di alcool che riusciva a malapena a reggersi in piedi. Nonostante ciò
un gran numero di indiani si convertì al Signore attraverso quel sermone.
Missionario agli indiani d'America, David Brainerd nacque il 20 aprile del 1718 ad Hatham,
Connecticut.
I suoi primi anni di vita li trascorse in un'atmosfera di santa devozione a Dio, anche se suo padre
morì quando David aveva soltanto nove anni. Cinque anni dopo morì pure sua madre.
Era un giovane molto melanconico, certamente a motivo della precoce
dipartita dei suoi genitori, ma anche perché si poneva spesso di fronte alla
situazione della sua anima: qualcosa d'insolito per un adolescente. Passò la
sua giovinezza tra il lavoro nella fattoria, la lettura della Bibbia e la preghiera.
Nei primi anni della sua esperienza cristiana, sentì la chiamata al ministerio ed
attendeva con impazienza il giorno in cui poteva predicare l'Evangelo.
La sua educazione secolare consistette in tre anni di studio a Yale, dove
divenne uno studente eccellente fin quando non fu costretto a tornare a casa a
motivo delle sue gravi condizioni di salute.
Completò i suoi studi privatamente fino a quando non ricevette il
riconoscimento al ministerio da parte dell'Associazione dei Ministri di Culto
della Conte a di Fairfield nel
Connecticut. Rifiutò due offerte al pastorato per poter predicare l'Evangelo agli indiani d'America.
Jonathan Edwards scrisse di lui: "Avendo preso in mano l'aratro, egli non riguardò dietro, anzi,
diede sé stesso interamente all'opera: cuore, anima, mente e forza. Svolse la missione evangelistica
con una inamovibile determinazione, con uno zelo senza pari e con una fede eroica; non temeva
alcun pericolo e sormontò ogni ostacolo. Il suo compassionevole desiderio di predicare l'Evangelo
gli fece vedere dei prodigi straordinari operati da Dio in favore di quei selvaggi e dell'intera
comunità della regione".
Brainerd svolse la maggior parte del suo lavoro in ginocchio pregando. Viveva nel cuore delle
foreste da solo, incapace di parlare la lingua degli indiani, ma spendeva giornate in preghiera,
chiedendo che l'unzione e la potenza dello Spirito Santo potessero scendere sopra di lui in maniera
così grande che gli indiani non fossero in grado di rifiutare il messaggio dell'Evangelo.
Un giorno predicò agli indiani, interpretato da un ubriacone, un uomo così intossicato di alcool che
riusciva a malapena a reggersi in piedi. Nonostante ciò un gran numero di indiani si convertì al
Signore attraverso quel sermone.
Segnato tragicamente da una salute cagionevole e provato da una vita di stenti a motivo delle
condizioni primitive nelle quali visse da missionario, morì all'età di ventinove anni, a casa di
Jonathan Edwards della cui figlia era fidanzato.
Dopo la morte di Brainerd, William Carey lesse il suo diario e partì per le Indie. Robert McCheyne
lesse anch'egli il diario e partì per evangelizzare gli ebrei. Un altro servitore del Signore decise di
dedicare la sua vita alle missioni dopo aver letto il diario di Brainerd, il suo nome è Henry Martin,
anch'egli si recò in India. Anche se scrisse senza alcun scopo di essere reso pubblico, il diario di
Brainerd ha incoraggiato centinaia di credenti a ricercare una maggiore vita di consacrazione alla
preghiera ed alla comunione con Dio, inoltre, ha ispirato molti credenti ad arrendere la propria vita
nell'opera missionaria.